La discalculia

Barbara Frisoni • 9 ottobre 2025

Quando si parla di discalculia nel bambino? Se ne può uscire?

Si parla di discalculia quando è accertata una scarsissima capacità a riconoscere e comparare i numeri semplici, a distinguere maggiori o minori quantità, capire se 2 sia maggiore o minore di 5; tale deficit viene anche detto “cecità di numero “.

Le statistiche sui casi accertati ci dicono però che solo lo
0,2% dei bambini dichiarati “discalculici” non abbiamo tale capacità.

Nella pratica si parla di discalculia infatti, anche in tutti quei casi in cui, nonostante il ripetuto esercizio, i bambini facciano fatica per esempio:

- a incolonnare i numeri in uno spazio del foglio,

- semplicemente a leggerli,

- a ricordare le tabelline,

- a risolvere le operazioni di base per iscritto,

- ad assimilare i processi di calcolo mentale.

Le soluzioni

Bene, in tutti questi casi, che ovviamente rappresentano la maggior parte dei casi di discalculia, è dimostrato che è possibile intervenire e risolvere i sovraesposti “errori” perché di errori si tratta. L’intervento migliore consista nell’i
ndividuare, bambino per bambino, le strategie di apprendimento più adatte per ciascun tipo di “errore” svolto.


Quindi la risposta è “si”, se ne può uscire, con un lavoro personalizzato che, tanto più è qualificato, tanto più velocemente, porterà il bambino a fare bene…i suoi calcoli.

Buona dis-discalculia!

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Autore: Alberto Fasullo 9 ottobre 2025
Ti è mai capitato di sentirti con l’acqua alla gola prima di una scadenza importante? Un progetto di lavoro, un esame universitario, una verifica, una interrogazione? Ti sei mai detto, “se solo avessi avuto qualche giorno in più!”? Magari hai anche provato ad organizzarti il lavoro, ma non ha funzionato, perché c’è sempre qualche imprevisto che non avevi considerato oppure perché l’ansia di non riuscire ti rallenta e non riesci a rendere per ciò che potresti. 1- Decidi quanto tempo al giorno vuoi dedicare allo studio ed in quali fasce orarie; 2- Stabilisci il quantitativo di studio da svolgere, sia per il giorno seguente che per i successivi; 3- Ritagliarsi una piccola parte del tempo alla fine della giornata per rivedere mentalmente ciò che hai appreso; 4- A fine settimana verifica l'EFFICACIA e l'EFFICIENZA della tua settimana di studio. 1-Scrivi su un “planning” le fasce orarie in cui sei già occupato da altre attività ed eliminale; è importante capire realmente quanto tempo si ha a disposizione ogni giorno, per non rischiare di sopravvalutare il quantitativo giornaliero da svolgere; metti in evidenza il tempo effettivo giornaliero in cui programmare le attività; 2-Dividi il tempo in attività diverse, come il lavoro per domani, quello per le scadenze della settimana successiva in modo da non trovarti mai con grandi quantitativi da svolgere per materia; 3- Ritaglia una piccola quantità di tempo a fine giornata per rivedere mentalmente il lavoro svolto. 4- A fine settimana verifica se sei in pari con la programmazione e se le cose apprese sono chiare, altrimenti tieni presente le modifiche da apportare nella settimana successiva. Qualora non fossi soddisfatto, cerca quale potrebbe essere il tuo principale punto di criticità di rallentamento e scrivici quale tra questi temi preferisci vengano approfonditi subito: • CONCENTRAZIONE • LETTURA • RITENZIONE E RICORDO • GESTIONE DELL'ANSIA Oppure CHIAMACI!
Autore: Barbara Frisoni 9 ottobre 2025
La salute è tra le tue braccia
Autore: Barbara Frisoni 9 ottobre 2025
E’ mai capitato anche a te di sentirti…. un po’ “lanterna” che brilla sul cammino od un po’ “zucca spaventosa”? Siamo vicini ad Halloween quindi è proprio il momento giusto per porsi questa domanda. L’origine di Halloween.. . ….non è come spesso si pensa Statunitense, bensì celtica , dall’antica festa di Samhain , una specie di capodanno che separava il periodo estivo da quello invernale. Nel momento in cui i romani conquistarono le terre celtiche, piano piano eliminarono tutte le feste pagane e quando successivamente fu istituita ufficialmente la festa di Tutti i Santi, i popoli che continuavano a festeggiare l’antico Samhain spostarono al 31 ottobre la ricorrenza. A fine Ottocento poi, a seguito di una grande migrazione di irlandesi verso gli Stati Uniti, le celebrazioni di Halloween si diffusero nel nuovo continente . Le zucche Anche l’usanza di intagliare le zucche, per farne personaggi “mostruosi” è di origine irlandese, da un’antica leggenda secondo la quale il fabbro Stringy Jack, vendette la sua anima al diavolo per pagare i propri debiti accumulati per il vizio di bere. Il patto consisteva nell’accordo secondo il quale il diavolo lo avrebbe lasciato “in pace” per dieci anni. Ma nella notte di Halloween dell’anno successivo Jack morì e la leggenda narra che giunto in paradiso venne cacciato all’inferno. Qui il diavolo volle rispettare il patto e lo respinse lanciandogli contro un tizzone ardente ; Jack lo raccolse e lo pose dentro una rapa cava per farsi luce, come fosse una lanterna, nel suo continuo peregrinare tra il paradiso e l’inferno. Ecco perché, nei giorni che precedono Halloween e soprattutto nella notte del 31 ottobre, si usa accendere lumini all’interno delle zucche intagliate con sembianze mostruose. Il mondo delle paure è un mondo misterioso che a volte ci viene a trovare con i suoi messaggeri: il buio e la notte, certi animali come i ragni oppure la solitudine o al contrario la presenza degli altri che, quando dobbiamo parlare in pubblico, ci appaiono come una corte di giustizia e vorremmo sprofondare! Quando arrivano, vorremmo mandarle via, cerchiamo di ignorarle oppure le sfidiamo e proviamo a vincerle. Ma a volte le paure la sanno più lunga di noi! Se vuoi imparare le abilità utili a saperla più lunga delle tue paure… contattaci.
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